Nel marasma di band cresciute sulle ceneri del movimento punk, agli albori dei controversi anni '80, spiccava l'affascinante ragione sociale del combo guidato da Carlo Casale e Stefano Dal Col, autore di brani nei quali l'attitudine punk-rock imbastardiva influenze tra le più disparate, inserendo di diritto il gruppo nel caravanserraglio della nascente new wave italica.
Della band da Bassano del Grappa per più di vent'anni si era persa ogni traccia; restavano un buon disco d'esordio (The Cock – Young Records,1982), qualche brano sparso pubblicato su introvabili compilation ed un filmato (Ultimo Concerto, 1984) realizzato nientemeno che dalla Rai, nel quale veniva sviscerata la difficile vita di una band poco incline a scendere a patti con discografia e società civile.
Scioltisi nel 1986, a due passi dal grande salto, i Frigidaire Tango dovranno aspettare il 2007 per vedersi riconosciuto lo status di band seminale della ormai morta e sepolta new wave tricolore, con l'uscita di The Freezer Box, compendio di una carriera poco fortunata ma tanto importante per i componenti della band da farli decidere di tornare in pista per concerti e soprattutto nuove registrazioni.
Ed è così che è nato L'illusione del volo, album pubblicato dalla sempre più attiva La Tempesta, prodotto da Giorgio Canali ed arricchito dalla presenza di ospiti importanti quali Federico Fiumani (Diaframma), Fabio Trentini (Guano Apes, H-Blockx) Aldo Tagliapietra (Le Orme) e Diego Galeri (Miura).
Un album che ci restituisce un gruppo ancora creativo e fiero, con la voce di Charlie Cazale a declamare e cantare versi decisi, su un tappeto di suoni ora distorti ed obliqui, ora rarefatti e distanti, con le chitarre a macinare chorus e flanger come se questi vent'anni fossero passati in un secondo.
Dall'iniziale, splendida, “Milioni di parole”, alla teatrale “Mescola le razze”, passando per l'onirica “L'acqua pensa” e la sorprendentemente radiofonica “Natural Mente”, per finire con la ballad “Tutto Niente Qualcosa”, L'illusione del volo scorre senza particolari momenti di stanca. Ottima la produzione di Canali che esalta una band ancora in ottima forma, attualizzandone le sonorità pur mantenendo un gusto new wave che resta la cifra stilistica del gruppo.
Un ritorno non atteso, dunque, ed anche per questo sorprendente.