martedì 26 maggio 2009

Dave Matthews Band - "Big Whiskey And The GrooGrux King" (RCA)

A quasi un anno dal tragico incidente che, il 30 Giugno del 2008, costrinse il virtuoso sassofonista LeRoi Moore ad un lungo calvario ospedaliero, culminato con il decesso per sopraggiunte complicazioni (19 Agosto), la Dave Matthews Band pubblica un lavoro dedicato in toto all'amico scomparso, completamento delle registrazioni partite nel Febbraio dello scorso anno sotto la guida dell'esperto produttore Rob Cavallo (nel suo curriculum collaborazioni con Chris Isaac, Goo Goo Dolls e Green Day).


Lo sfortunato Moore ebbe il tempo di registrare un buon numero di tracce, lasciando un testamento musicale importante ed in una certa misura essenziale nell'economia di un'opera che, in alcuni momenti, vede la band ritornare ai fasti dei primi tre ottimi album, lasciandosi alle spalle le ultime mal riuscite produzioni discografiche, sicuramente non all'altezza del grande talento del combo guidato dallo stralunato cantante di origine sudafricana.


Solo la produzione di Cavallo desta perplessità, scivolando in alcuni momenti verso velleità fin troppo FM-oriented, ma bisogna riconoscere che la band stessa negli ultimi lavori di studio ha preferito sacrificare l'attitudine jam in favore di un avvicinamento ad un mainstream dall'appeal più commerciale, sebbene proposto con gusto e misura.

Da brivido l'apertura, con il sax languido di Moore ad introdurre il mid-tempo di Shake Me Like a Monkey, brano al 100% DMB, con un bel lavoro della sezione fiati.


Disco suonato in maniera ineccepibile, con il solito Carter Beauford a dare lezioni di tecnica batteristica intessendo trame ritmiche devastanti, anche grazie allo splendido apporto dello spesso sottovalutato Stefan Lessard al basso. Dave Matthews in gran forma, sia alla voce sia alla chitarra acustica, doppiata in versione elettrica da quella dell'ormai affezionato pard Tim Reynolds. Un po' sotto tono l'apporto del violinista Boyd Tinsley, spesso sacrificato nei lavori di studio.


Oltre alla già citata Shake Me Like a Monkey, vale la pena ricordare la sincopata Funny The Way It Is, la tosta Why I Am, la ritmata ballad Dive In, l'evocativa Time Bomb e l'acustica My Baby Blue.

Anche in questa occasione si nota una certa staticità a livello compositivo, con stilemi già sentiti nelle precedenti opere della band, fortunatamente non determinanti per il giudizio complessivo di un album che doveva essere il grande ritorno per una delle più interessanti band statunitensi degli ultimi decenni, ma che gli eventi hanno trasformato in un commosso ed emozionante ricordo di un compagno di viaggio scomparso prematuramente.



Il videoclip del primo singolo: "Funny The Way It Is".