domenica 5 aprile 2009

Les Claypool - "Of Fungi And Foe" (Prawn Song)


Personaggio che non ha bisogno di tante presentazioni, Leslie Edward Claypool, pirotecnico bassista proveniente da Richmond, California, da una ventina d'anni guida quella combriccola di sbicchierati che rispondono al nome di Primus in direzione di una musica obliqua e multiforme, all'interno della quale si inseriscono surreali miscele di funk, psichedelia, roots rock ed alte dosi di goliardia, il tutto caratterizzato dalla stramba voce e dal tonitruante basso del Nostro. 


Con album quali “Sailing The Seas Of Cheese” (1991), “Pork Soda” (1993), Brown Album (1997) ed “Antipop” (1999), la band, nella cui line-up hanno militato due ottimi batteristi quali Bryan Mantia e Tim Alexander, ha sconvolto i canoni musicali in voga nel decennio scorso, influenzando schiere di giovani musicisti, in particolare bassisti, affascinati dalle evoluzioni strumentali del combo da El Sobrante. Non c'é classifica annuale o sondaggio che non veda Claypool tra i primi della lista nella sua categoria.


Oltre ai Primus, il Nostro può vantare una serie di interessanti side projects, tra i quali vale la pena di citare i Sausage, la Fearless Flying Frog Brigade ed il supergruppo degli Oysterhead, formato con Trey Anastasio dei Phish e l'ex-Police Stewart Copeland; un progetto, questo, che pare sulla via di un atteso secondo capitolo. Lunga anche la lista delle collaborazioni, che vanno dal Tom Waits di “Bone Machine” e “Mule Variations”, ai Metallica di “Garage Inc.”, ad Adrian Belew, Danny Carey (Tool), gli strepitosi Gov't Mule e Buckethead.


Forte di questo invidiabile background, Les Claypool ritorna ora nei negozi, a tre anni dall'ultimo album di studio, il poco più che discreto “Of Whales And Whoe”, con un lavoro nato da alcune sessions di studio effettuate lo scorso anno allo scopo di produrre le colonne sonore per un videogame ed un corto di animazione, regalandoci un disco al solito sghembo e bizzarro, fortemente influenzato dalla collaborazione con Tom Waits e dallo stile del sempre adorato Frank Zappa, assolutamente fuori da qualunque schema o genere, come lo stralunato bassista ci ha da sempre abituati.


Un traballante microcosmo di personaggi ed invenzioni strampalate, con ampi riferimenti al jazz primordiale, al funky e ad un rock poco ortodosso in una forma dadaista e sospesa, quasi si trattasse di abbozzi, pensieri scomposti o elucubrazioni paranoidi.

Partendo da un'iconografia già ben chiarita dalla copertina (insieme di varie opere del 40enne pittore newyorchese Travis Louie), Claypool porta a casa un lavoro divertente e per certi versi sorprendente, nel quale anche il suo vocalismo, spesso ai limiti del fastidioso, trova nuova linfa ed una vitalità inaspettata.


Dodici tetri gioielli rumorosi ed inquieti, tra scariche adrenaliniche velenose (Bite Out Of LoveAmanitas, Pretty Little Song) a confusi melange di suoni ed effetti (Mushroom MenRed State GirlKazoo), con almeno un paio di grandi brani (la waitsianaWhat Would Sir George Martin Do e la sincopata Primed by 29).

Interessante anche la partecipazione di quello squinternato di Eugene Hutz, leader dei Gogol Bordello, nella movimentataBite Out Of Life.


Un disco in perfetto stile Claypool, che in alcuni frangenti potrà risultare poco digeribile o alquanto fastidioso; tutto ciò fa parte del personaggio, sempre al limite, in una continua ricerca sonora e di linguaggio, con il cuore ed il rispetto indirizzati verso i numi tutelari sopra citati ed una impellente voglia di sperimentare, caratteristiche che lo pongono tra i musicisti più innovativi ed istrionici presenti nella scena musicale contemporanea. Che lo si ami o lo si odi, il bassista da Richmond riesce sempre, in un modo o nell'altro, a far parlare di sé.