venerdì 17 ottobre 2008

Sabian XS20 - APX


Forte di un catalogo in grado di soddisfare i palati fini di qualunque musicista, dal principiante con pochi soldi in tasca al professionista più esigente, Sabian ha recentemente immesso sul mercato queste due interessanti serie, presentandole in pompa magna nelle importanti vetrine del Musikmesse di Francoforte e del Namm 2008.


Pensate per una fascia “intermedia” di pubblico, quella in cerca di piatti con il migliore rapporto qualità/prezzo, queste serie mutuano materiali e soluzioni tecniche dalle linee top di gamma del marchio canadese, puntando alla copertura di significative nicchie di mercato, grazie a particolari scelte timbriche ed espressive, nonché misure e pesi indirizzati a generi di musica specifici. 

Sorprende la qualità decisamente buona del prodotto, che si pone sicuramente al di sopra dell’entry-level, andando a soddisfare un target di mercato difficile, sempre un po’ trascurato dai produttori di piatti: quello dei musicisti che non sentono l’esigenza di acquistare set di piatti costosissimi e/o semplicemente non si possono permettere un investimento ingente, pur necessitando di suoni e caratteristiche superiori a quelli dei piatti di fascia bassa. 


XS20

Prodotti in casting nella lega di bronzo B20 (80% rame con tracce di argento e 20% stagno), ovvero la medesima utilizzata nella lavorazione delle prestigiose serie AAX ed HHX, questi XS20 catturano subito l’occhio, grazie ad un’estetica accattivante e decisamente poco entry-level style.

Utilizzando procedimenti di lavorazione più automatizzati e meno artigianali, Sabian riesce a mantenere basso il costo di produzione, proponendo questi piatti a prezzi decisamente allettanti.


Con una spesa contenuta è possibile portarsi a casa un set di ottima fattura, molto resistente (spesso i piatti entry-level a livello di materiali si rivelano totalmente inadatti a chi sta imparando lo sticking corretto e finiscono in discarica con spaccature estreme, ma ancora belli lucidi…), con un suono più che accettabile a livello di timbriche e sfumature. 

Un buon termine di paragone per questa serie potrebbe essere Alpha di Paiste. Sono piatti molto solidi, che in alcuni casi non sfigurano rispetto a serie superiori, con un range di misure e suoni un po’ limitato ma sufficiente a soddisfare le esigenze di tanti batteristi.


La linea comprende splash, hi-hat, ride e china, proposti in versione Regular, Medium e Rock. 

Gli splash sono probabilmente i piatti meno interessanti del lotto: risultano pesanti, poco incisivi, con un suono pingoso che li rende poco versatili.

Per quello che riguarda gli hi-hats, siamo rimasti favorevolmente impressionati dal 14” Regular, ben definito, sia chiuso che aperto, con una pasta sonora bilanciata, ne’ troppo ficcante ne’ troppo scura. L’HH 14” Heavy è invece più limitato, pesante e con gran volume, poco sensibile ai fills ed alle finezze, decisamente adatto a musica di grana grossa.


I ride sono caratterizzati da campane molto presenti, ping definito, ma un suono poco aperto, che puo’ andare bene per la versione Heavy, ma risulta limitante per il Medium, rendendolo poco piacevole da ascoltare in fase di accompagnamento. I crash sono sempre il tallone d’Achille delle serie economiche, in questo caso si guadagnano tranquillamente la sufficienza, meglio questi di tante padelle cinesi che ultimamente troviamo sugli scaffali dei negozi. Come accade spesso per le serie low budget, è previsto un packaging denominato Performance Set, il quale include, nel classico hard case Sabian, un hi-hat 14” Regular, un crash 16” Medium Thin ed un ride 20” Medium, ad un prezzo molto competitivo. 


In conclusione una serie adatta a musicisti in cerca di suoni e prestazioni di buona qualità, senza l’obbligo di esborsi pesanti. AAX ed HHX sono su un altro pianeta, ma questi XS20 si difendono benino. 


APX 

Specificamente progettati per fronteggiare la violenza dei batteristi più muscolari, suonando a volumi altissimi, questi APX si presentano come piatti mono-genere , adatti specificamente a situazioni di rock estremo. La definizione data dalla casa produttrice è: “High-Decibel design” e non lascia dubbi circa la natura di questi piatti. 


Per ottenere la giusta sonorità, Sabian ha scelto di utilizzare una lega di Bronzo B8 (92% rame ed 8% stagno), con fogli tagliati e stampati in misura a macchina. I piatti così ottenuti vengono successivamente sottoposti ad intensa martellatura e, infine torniti su entrambi i lati. Esteticamente risultano quindi molto belli, pur conservando il colore, per alcuni poco attraente, tipico del bronzo B8. 

Gli Hi-Hats (Solid e Regular nelle misure 13” e 14”) mostrano subito di che pasta sono fatti: taglienti, brillanti, con un volume notevole. Molto buono il suono da chiusi, la bacchetta colpisce definita e potente. Da aperti tendono un po’ a lasciarsi andare, diventando decisamente più sporchi. Non male, comunque.


I Ride (Solid e Regular in misura 20” e 22”) sono pesanti e molto penetranti, con campane devastanti ed un ping forte e fin troppo definito. Meglio il 22”, che ha maggior respiro, molto più  versatile. Per quel che riguarda i crash, Sabian propone quattro misure: 14”, 16”, 18” e 20”. 

Il piccolo 14”, potrebbe sembrare poco più che uno splash, ma una volta percosso esplode con un volume impensabile per quella misura. Il 16” è forse il migliore del lotto: volume altissimo, brillantezza ed aggressività, attacco fulmineo e decay controllato, l’ideale per fronteggiare un muro di chitarre distorte. Dà dei punti a tanti crash “pesanti” di serie più blasonate.


18” e 20”, per ottenere il giusto attacco, necessitano invece di braccia muscolose. Pesanti e duri come macigni, soprattutto in versione Solid, sono metal al 100%. Forse poco personali a livello di suono, non risultano così incisivi inseriti in contesto di gruppo.

Molto bene invece i China (18” e 20”), velocissimi nell’attacco ed esplosivi per volume e sonorità. 

Gli splash, da 8”, 10” e 12”, sono pesanti e definiti. Meglio i diametri più grandi, l’8” risulta avere un rapporto misura/spessore un po’ troppo “rigido”.


Per finire Sabian inserisce in questa serie anche due degli ormai ben noti crash O-zone (16” e 18”), che presentano una serie di fori di diametro 5 cm su tutta la superficie. Sono piatti molto particolari, difficili da descrivere, alcuni li amano, altri li odiano. L’effetto è simile ad un china, ma in questo caso il peso li porta ad avere un suono (rumore?) “trashy” che a volte è addirittura fastidioso.

Come di consueto Sabian mette in vendita dei set precostituiti (con la intrigante denominazione “sonically matched”) in due varianti: Performance set, che comprende HiHat da 14”, crash da 16”o 18” e ride da 20” o 22”, e Effects pack, contenente splash da 10” e China da 18” .


Gli endorsers più noti per questa linea, sono al momento John Kelly (Type-O Negative), Ray Luzier (Korn) e Rich Beddoe (Finger Eleven).

In definitiva una serie con potenzialità limitate, senza nessuna presunzione a livello di versatilità, che può dare grandi soddisfazioni a chi cerca un suono potente, brillante e deciso. Sicuramente sono acquisti da valutare secondo gusto personale, meglio non buttarcisi a scatola chiusa. Qualche elemento in più per un giudizio iniziale, come sempre ce lo regala il buon sito della casa canadese: www.Sabian.com