lunedì 1 dicembre 2008

David Byrne & Brian Eno "Everything that happens will happen today" (everythingthathappens.com)


A vederle nelle foto ufficiali, queste due non più giovanissime icone del pop intellettuale e sofisticato, paiono due bambini scoperti con le mani nella marmellata. Sorridono divertiti e complici, come se l’avessero appena fatta grossa. 
A ventisette anni da My Life In The Bush Of Ghosts (1981), Byrne ed Eno incrociano di nuovo i loro destini, pubblicando questa raccolta di brani originali in bilico tra pop, rock, funk ed elettronica, con la quale dimostrano che l’età anagrafica conta davvero poco o nulla. 

Entrambi titolari di curriculum fra i più variegati ed eterogenei: Byrne col passare degli anni ha assunto uno status di geniaccio della sperimentazione riconosciuto da pubblico e critica, mentre Eno può vantare una lista di eccellenti collaborazioni lunga come un’enciclopedia. 
Anche l’aria spocchiosa che sembrava circondarli, col tempo si è affievolita, svelando il vero carattere dei due, tutt’altro che distaccato o snob. 

Riascoltando oggi i dischi prodotti dal duo -a partire dalla splendida trilogia Talkingheadsiana di More Songs About Buildings and Food (1978), Fear Of Music (1979) e Remain In Light (1980)- non possiamo fare a meno di riconoscere il valore seminale di queste opere che tuttora mantengono una valenza a livello compositivo invidiabile. Il mix di new wave, gospel, poliritmi ed esotismo ha fatto scuola; sempre più spesso capita di riconoscere, nel repertorio delle band di vaglia, riferimenti o stilemi palesemente influenzati dal lavoro dei due.

In tanti farebbero carte false pur di avere Eno in studio almeno per una session, la sua presenza è sempre sinonimo di qualità (un nome su tutti: U2). David Byrne, con l’etichetta Luaka Bop ha svolto il ruolo del divulgatore, sdoganando realtà di nicchia e avvicinando mondi musicali all’apparenza lontanissimi. Due autentici Re Mida della musica, ciò che toccano non puo’ che diventare un successo.

Svincolandosi da etichette e distributori, B&E scelgono di affidarsi alle nuove tecnologie, sia per quanto riguarda la registrazione dell’album, scambiandosi provini e registrazioni a distanza tramite posta elettronica, sia per la vendita dello stesso, disponibile online per acquisto e download dal sito www.everythingthathappens.com (da segnalare l’edizione CD limitata, con artwork differente e quattro brani aggiunti).
Meno ostico di My Life In The Bush Of Ghosts, questo nuovo lavoro è nato da una serie di bozzetti composti da Eno e consegnati a Byrne, il quale ha provveduto a dar loro una forma-canzone e dei testi, come sempre acuti e attenti alla realtà della nostra epoca. 

Il risultato è una raccolta di deliziosi affreschi pop che potremmo con azzardo definire electrogospel. La sofisticata musicalità di Eno ed il tosto lirismo vocale di Byrne si fondono in un melange di sonorità elettroacustiche, decisamente pop, ma scevre dalla leggerezza impalpabile di certa musica da classifica. Anche i brani che più strizzano l’occhio alle classifiche mantengono gusto e raffinatezza, con una cifra stilistica altissima. 

Undici episodi, a partire dalle belle armonie dell’iniziale Home, passando per il funk di I Feel My Stuff, la pseudo-dance di Strange Overtones, le strepitose One Fine Day e Life Is Long. Un disco pregno, da ascoltare attentamente dalla prima all’ultima nota, prodotto e suonato in maniera ineccepibile dai nostri, in compagnia di Leo Abrahams (anche in veste di co-produttore), Phil Manzanera, Steve Jones, Mario Refosco, Sebh Rochford, con ospite di lusso il grandissimo Robert Wyatt.

“Tutto ciò che accade, accadrà oggi”: in una società in perenne movimento, dove tutto si trasforma ma nulla pare cambiare, la musica di B&E ci aiuta a comprendere l’effimero divenire che ci circonda, elevando i semplici valori umani a pura poesia sonora.
Se non ci fossero bisognerebbe inventarli. Speriamo che la prossima volta facciano passare meno tempo tra un disco e l’altro.