martedì 23 ottobre 2018

Murder By Death - The Other Shore (Bloodshot Rec)


di Luca Salmini

Quando hanno cominciato a scrivere decadenti murder ballads con lo spirito dei fuorilegge e i toni di un romanziere dell'800, i Murder By Death erano ancora un gruppo di studenti del college che provava a smaltire le sbronze intonando qualche strofa e strimpellando uno strumento, con in mente il boom-chica-boom di Johnny Cash e le tetre atmosfere di Nick Cave. Ad un certo punto qualcuno deve averli convinti che in quelle baldorie c'era del talento ed è così che i giovani danno un taglio alla bottiglia e iniziano a fare sul serio. 

Non ci vuole molto perchè qualcun'altro gli offra un ingaggio per un paio di serate in qualche locale nei dintorni di Bloomington, Indiana e in quei primi passi di una carriera che dura ormai da un ventennio, si rendono conto di piacere ad un piccolo pubblico e perfino di poter sognare un possibile futuro in cima ad un palcoscenico. Il debutto discografico vero e proprio risale al 2002 e da quel momento i Murder By Death non si sono più fermati, mettendo in fila altri sette album compreso il nuovo 'The Other Shore', pubblicato dall'etichetta di Chicago Bloodshot Records. 

Di quelle prime esibizioni etiliche oggi rimangono solo il cantante e chitarrista Adam Turla e la violoncellista Sarah Balliet, mentre a completare l'attuale formazione ci sono il batterista Dagan Thogerson, il bassista Tyler Morse e il multistrumentista Davin Fountain alle tastiere, alla tromba, al mandolino e alle percussioni, impegnati a pennellare le sfumature di un gotico indie rock che incorpora elementi di folk, country e pop orchestrale. 

Nelle varie fasi di una discografia piuttosto inafferrabile almeno quanto quella dei The Decemberists, i Murder By Death hanno mantenuto una certa passione per un'immaginario noir e il gusto per canzoni dal carattere letterario, virando appena verso una maggiore immediatezza melodica ed una teatrale ricercatezza, come succede in questo nuovo lavoro, un disco in cui produzione e arrangiamenti sembrano voler smussare gli spigoli e tenere a bada lo sconquasso degli strumenti. 

Non è sempre facile data la vulcanica verve dei Murder By Death, che si muovono con un certo savoir faire e una bella carica tra seducenti ballate notturne come Only Time e Last Night On Earth, epiche sarabande folk come Alas, urgenti scossoni folk'n'roll come True Dark, affascinanti sinfonie dagli sfondi western come Stone, pezzi d'antiquariato new wave come Bloom e ariose schegge pop come la remmiana I Have Arrived. Abbandonandosi alla fantasia il sito PureVolume scrive in proposito “...Canzoni che sono l'equivalente sonoro di No Country For Old Men...”: in verità i Murder By Death sembrano abbracciare una visione più artistica e romantica della materia e magari l'iconografia di una pellicola di Tim Burton renderebbe meglio l'idea. (7/10)