mercoledì 18 aprile 2018

Caitlin Canty - Motel Bouquet (Self-Released)


di Luca Salmini

Il phisique du role per diventare una stella del country non le manca affatto, ma a giudicare da quanto si ascolta nel nuovo album 'Motel Bouquet', non è evidentemente il futuro a cui aspira la giovane cantautrice Caitlin Canty, anche se è solo dopo il suo arrivo a Nashville che le cose hanno cominciato a girare per il verso giusto, come dimostra la recente elezione da parte della rivista Rolling Stone tra i “10 nuovi artisti country da conoscere assolutamente”. 

In verità Caitlin non è una nuova nell'ambiente perchè dal 2015, anno di pubblicazione dell'ottimo 'Reckless Skyline', ad oggi, si è esibita nei locali di mezza America, accumulando quelle esperienze che gli hanno consentito di realizzare il disco della maturità e di guadagnare quell'investitura da parte dei media, che se non altro significa che la direzione presa è quella giusta, anche se le sue canzoni sembrano funzionare meglio dal momento in cui hanno smesso di seguirne una e cominciato a reclamare una vita propria, come spiega la stessa autrice riguardo il proprio songwriting: “...Ho provato ad astrarmi dal corso delle canzoni mentre le scrivevo e lasciarle diventare ciò che volevano essere...”. 

Qualunque sia stato il processo che le ha generate, le canzoni di 'Motel Bouquet' suonano come affascinanti ballate sospese tra malinconie folk e polveri country, magari appena un po' più levigate di quanto le ha precedute, ma non meno profonde e sentite: forse è proprio quello che avrebbero voluto essere o più probabilmente il modo in cui le hanno pensate un produttore come Noam Pikelny, straordinario banjoista dei The Punch Brothers, e una band che allinea calibri come la cantautrice Aoife O'Donovan e il violinista bluegrass Stuart Duncan

E' evidente che la zona di Nashville in cui si muove Caitlin Canty non è quella delle fatue mainstreets che portano ai vertici delle classifiche, bensì quella delle backstreets del songwriting dove le canzoni sono libere di circolare tra le emozioni e le storie raccontate con l'anima: è questa l'impressione che suscitano l'ascolto di una scenografica ballata di frontiera come la stupenda Take Me For A Ride, i paesaggi in un'elettroacustico chiaroscuro di una meravigliosa River Alone, il romantico passo di valzer evocato da una deliziosa Time Rolls By, i dolenti orizzonti desertici di un'intensissima Who o di una spettacolare Cinder Blocks in orbita Lucinda Williams, i sussulti country di un'ariosa Leaping Out, il radioso honky tonk di Basil Gone To Blossom e di una nervosa Onto You o i sussurri folk di una seducente Motel

Alla luce di un disco come 'Motel Bouquet', per quanto onorevole e prestigiosa, la posizione affibiatale da Rolling Stone va un po' stretta per un'interprete sensibile e una storyteller ispirata come Caitlin Canty, che sembrerebbe piuttosto in grado di aspirare alle più alte sfere della canzone d'autore americana con o senza cappello da cowboy e speroni. (8/10)