Russell Simins, eclettico batterista, fondatore assieme a Jon Spencer dei formidabili Blues Explosion, e Dan “The Automator” Nakamura, manipolatore di suoni già alla corte di Eels, Primal Scream e Cornershop, ma noto soprattutto per il lavoro svolto con i Gorillaz di Damon Albarn, uniscono gli sforzi nella produzione di un lavoro che crea un trait d'union tra rock di forte impatto e modernismo elettronico, tra sperimentazione ed anticonformismo.
Ne risulta un mix, fortemente influenzato dal background di Simins e Nakamura, che si va a porre in perfetta equidistanza dagli estremi sonori raggiunti dal duo, al cui fianco gravita una sorta di supergruppo formato da alcuni tra i talenti più interessanti della scena alternative/noise-pop attuale: Yuko Honda (Cibo Matto), Nick Zinner (Yeah Yeah Yeahs) e Tada Hirano (Blonde Redhead).
L'album allinea dunque riff granitici e martellanti, suoni sintetici e distorsioni, con un approccio diretto e deciso, arrivando all'ascoltatore in maniera violenta, pur concedendosi qualche piccola deriva verso un trendy-rock spesso manieristico ed in alcuni casi fin troppo magniloquente.
Simins si difende bene anche come vocalist, caricando la voce di effetti, per meglio inserirla nelle complesse strutture elettroniche elaborate da Nakamura.
Tra i brani vale la pena citare And The Girls Go, song dall'appeal ruffiano, che colpisce nel segno tra furori punk e ritmiche ossessive, la tosta Double Life, anthem-song devastante, le ritmate Let's Meet In The Real Life e Never Gonna Do that Again.
Ma il brano migliore è senza dubbio la conclusiva Goodbye , in controtendenza rispetto al resto del lavoro: brano acustico, con tanto di archi in bell'evidenza, che ci mostra un lato meno noisy del duo, più incline ad un insospettabile gusto per le melodie.
Una piccola gemma che chiude ottimamente un buon lavoro, riuscito frutto delle lucide menti di due talentuosi musicisti, tra i più interessanti nel panorama attuale.