martedì 21 aprile 2009

Steve Earle - "Townes" (New West)


Una grande amicizia quella tra Steve Earle e Townes Van Zandt, cominciata nei primi anni settanta, quando i due songwriter texani incrociarono le proprie strade, prima sul palco poi durante le riprese del misconosciuto documentario Heartworn Highways, splendida testimonianza del periodo d'oro di quello che venne definito Outlaw Country Movement.


Una lunga amicizia spezzata dalla morte, il primo Gennaio del 1997, dell'allora 52enne Townes Van Zandt, tragico epilogo di una vita di abusi e fatiche che segnarono in maniera indelebile l'uomo e il musicista, un grandissimo talento annebbiato dall'alcool e dalle droghe.

Dello sfortunato Van Zandt ci resta una serie di brani strepitosi, quelli contenuti nei memorabili album pubblicati a cavallo tra i sessanta ed i settanta, titoli che portarono il Nostro all'attenzione di pubblico e critica: “For The Sake Of The Song” (1968), “Our Mother the Mountain” (1969), “Townes Van Zandt” (1969), “Delta Momma Blues” (1971) e “High, Low And In Between” (1972).


Steve Earle porta finalmente a termine un omaggio lungamente annunciato, pubblicando questo album nel quale interpreta alcune tra le più belle composizioni di quello che lui stesso ha definito “il più grande cantautore mai esistito”. E siamo senza ombra di dubbio di fronte ad uno dei migliori lavori prodotti dall'Hardcore Troubador, merito certo dei brani firmati da Van Zandt, ma anche dei favolosi arrangiamenti e delle grandi interpretazioni di Earle, cariche di pathos come mai prima.


Quindici brani, dal crescendo minimale della celeberrima Pancho And Lefty al bluegrass di White Freight Liner Blues, alla densa Colorado Girl, passando per la tosta Lung, che vede la voce distorta di Earle duettare con la chitarra di Tom Morello aka The Nightwatchman.

 La splendida ballata No Place To Fall, la bluesata Brand New Companion e la lirica Rake sono i pezzi più riusciti della raccolta, assieme allo strepitoso duetto con il figlio Justin Townes Earle nella bellissima Mr.Mudd And Mr.Gold, che da sola vale il prezzo dell'album.


Un omaggio sentito, una prova di affetto che rende ancora più grande un cantautore spesso sottovalutato, che non ha mai rinnegato le proprie origini ed influenze, restando sempre orgogliosamente dalla parte di quelli che non sono nati con il cucchiaio d'argento in mano. Townes Van Zandt, ovunque sia, sta finalmente sorridendo.