giovedì 9 aprile 2009

Great Lake Swimmers - "Lost Channels" (Nettwerk)


Quinto lavoro di studio per il combo canadese nativo della piccola cittadina di Wainfleet, Ontario, guidato dal cantante/chitarrista Tony Dekker, autore di piccole gemme folk-rock di stampo intimista, caratterizzate da arrangiamenti tenui nei quali convivono delicati intrecci chitarristici e brillanti armonie vocali.


Spesso paragonati ad alternative band di stampo Americana/Acoustic quali Red house Painters e Decemberists, i Great Lake Swimmers pubblicano in questo fortunato 2009 il loro quinto lavoro di studio: “Lost Channels”, album che evidenzia la maturità compositiva acquisita nel corso di una quasi decennale carriera, allineando dodici brani dalle melodie dannatamente catchy, suonati con convinzione ed interpretati in maniera splendida dalle voci di Dekker e compagni.


Il jingle-jangle dell'iniziale Palmistry ci porta verso atmosfere tra Byrds ed R.E.M., con una melodia semplice che si apre in un ritornello corale di grande impatto. In questo senso l'attitudine dei seattleiani Fleet Foxes ha fatto scuola.

La ballad Everything Is Moving So Fast, su ritmiche sincopate, è costruita attorno agli intrecci vocali di Dekker e Julie Fader, che portano alla mente i migliori episodi di “The Shepherd's Dog”, lavoro più recente ad opera di Sam Bean aka Iron & Wine.


Pulling On A Line ritorna sui binari di un folk-rock di maniera R.E.M.-oriented, con mandolino in bella evidenza, tra acustiche e Rickenbacker.

Concrete Heart è un acquerello poetico, arrangiato e cantato magnificamente, tra le cose migliori dell'album. Due voci a volteggiare sopra soffici melodie create da archi, piano, contrabbasso e chitarra acustica. Un autentico gioiello.


She Comes To Me In Dreams continua una linea fatta di alternanza tra ballate e pezzi più movimentati, con un bel lavoro di lap steel ed il consueto mandolino. L'interessante intermezzo timpanistico dà una smossa al brano, il quale risulta, seppur non originalissimo, molto godibile.

The Chorus In The Underground è un up-tempo country, con violino, banjo e ritmica spazzolata d'ordinanza, tra bluegrass e square dance, divertente ma di poche pretese.

Curioso intermezzo Singer Castle Bells, anticipa l'evocativa Stealing Tomorrow, altro brano dall'arrangiamento minimale.


La ritmata Still con il suo incedere epico, guidato da ostinate chitarre, ci accompagna allo strepitoso trittico che chiude l'album: New Light, gothic country con un arrangiamento denso ed emozionante e momenti corali che ancora una volta riportano alla mente la band di Robin Pecknold; River's Edge, due voci, piano, chitarra ed intensità a piene mani, per finire con Unison Falling Into Harmony, timida ballad per arpeggi e contrappunti.

Un album nel quale è difficile trovare lati negativi, che regala emozioni grazie alla semplicità di un songwriting ispirato e sensibile. Da Ascoltare.