lunedì 14 aprile 2008

The Black Crowes - Warpaint (Silver Arrow)


A sei anni dal laconico messaggio che annunciava l’intenzione della band di mettere la parola fine ad un’avventura più che decennale, i fratelli Robinson tornano alla ribalta con un album finalmente di buon livello registrato agli Allaire Studios nei pressi di Woodstock, stato di New York, col produttore Paul Stacey e pubblicato dalla loro label Silver Arrow. 


Live a parte, le ultime prove della band georgiana denotavano stanchezza compositiva e mancanza di motivazioni; poche le canzoni da ricordare, annacquate da sonorità involute e laccate. Lions pareva un brutto epitaffio per una band che aveva fieramente tenuto alta la bandiera del rock’n’roll nelle sue migliori incarnazioni, grazie ad album come Shake Your Moneymaker, The Southern Harmony And Musical Companion e Amorica, nei quali convivevano il rock delle radici, riff granitici, Stones, Zeppelin ed Allman, intrisi di gospel e soul che la straordinaria voce di Chris e le chitarre di Rich Robinson riuscivano a privare di ogni sensazione di dejà vu, evitando parvenze  anacronistiche o troppo derivative.


Ora, passati gli anni di eccessi e guerre intestine e forse appagati dalle rispettive carriere soliste che non hanno regalato certo album memorabili ma li hanno mantenuti attivi e produttivi, tornano a proporre quello che sanno fare meglio: il caro buon vecchio Rock’n’ Roll.

Al fianco dei fratellini troviamo i fidi Steve Gorman alla batteria e Sven Pipien al basso. Gorman paga ancora una volta tributo a John Bonham, il suo drumming e’ profondamente zeppeliniano nei suoni, nei fills ma soprattutto nell’approccio ai brani: gran pacca, mai sopra le righe, archetipo di rock drummer. L’apporto di Pipien è più discreto, meno vistoso, di sostanza. 


Alle tastiere il nuovo acquisto Adam MacDougall non fa rimpiangere i predecessori, fornendo soprattutto un lavoro di pianoforte davvero prezioso. Ma la novità principale di questo Warpaint, brani a parte, è l’ingresso in formazione di Luther Dickinson, chitarrista dei North Mississippi All Stars, favoloso axeman, che forma con Rich Robinson una coppia strepitosa. La sua slide trasporta ancora di più il sound della band verso lidi southern e roots, che riportano alla mente lo sfortunato Duane Allman.


L’album si apre con gli Stones nel cuore: Goodbye Daughters Of The Revolution sembra scritta dai Glimmer Twins: riff incalzante, grande inizio. Walk Believer WalkMovin’ On Down The Line ci portano in territorio Zeppelin. 

Oh Josephine e Wounded Bird sono episodi nei quali la psichedelia cara ai Robinson ci regala finali infuocati. Ma il disco presenta altri episodi molto interessanti: Locust Street, Whoa Mule con sonorità suggestive, la cover di God’s Got It di Reverend Charlie Jackson


Certo non si puo’ parlare di originalità, ma l’onestà e la grande voglia di esprimere l’etica del rock unita ad un certo impegno che la band non ha mai disdegnato rendono questo lavoro credibile ed oggettivamente riuscito. In definitiva un ottimo ritorno, vitale e sanguigno, con la potenza delle chitarre in bell’evidenza ed una matrice roots/southern  vigorosa e priva di compromessi. I Corvi sono tornati, se ne sentiva la mancanza.