Secondo lavoro per il cantautore londinese Ned Roberts, registrato in tempi record a Los Angeles con la produzione di Luther Russell (Noah And The Whale, Richmond Fontaine). Roberts vanta una vocalità molto riconoscibile, inserita in un folk rock di stampo vintage, tra Nick Drake, Tim Hardin e il più recente Jose Gonzalez, con bei testi e una musicalità abbastanza fresca e piacevole. Gli arrangiamenti sono semplici e lineari, costituiscono un ottimo tappeto sonoro per esaltare la personalità di Roberts, un cantautore da seguire. Brani consigliati: la meditativa Driftin down, la ritmata Ribbon of water, l'eterea Hazy days e la conclusiva title-track. (7/10)
Bardo Pond - Under The Pines (Fire Records)
Torna il quintetto da Philadelphia, guidato dai fratelli John e Michael Gibbons, con l'ennesimo lavoro nel quale la psichedelia si fonde col post-rock, a colpi di riff granitici e feedback ficcanti. La formula è quella ormai collaudata: scansioni ritmiche tendenti al 4/4 lento, con le chitarre crunchy a menare le danze e la voce pulita di Isobel Sollenberger a gestire il reparto testi. Una formula che in diversi momenti mostra qualche cedimento, risultando solipsistica e fine a sé stessa, soprattutto quando i brani si dilatano sfiorando i dieci minuti, come nel caso della tronfia Out of reach o della pesante Moment to moment. Meglio la semplicità della forma canzone più breve e concisa di composizioni come la younghiana Crossover o la apocalittica My eyes out. (6/10)