giovedì 2 febbraio 2017

Mark Eitzel - Hey Mr.Ferryman (Decor)


Cantautore schivo ed intimista con una vocalità non eccelsa ma molto riconoscibile, Mark Eitzel si accinge a doppiare la boa dei quaranta anni di onorata carriera, nel corso della quale ha potuto approcciare diversi linguaggi stilistici, sia con gli ottimi American Music Club sia in solo, con una manciata di album nei quali gli spunti interessanti non sono mai mancati. Per questa nuova fatica si è recato a Londra, presso i 355 Studios, in compagnia del sempre più quotato Bernard Butler, musicista e produttore che ha al proprio attivo lavori in studio con artisti del calibro di Bert Jansch, Tricky, Ben Watt e The Libertines.

La presenza dell'ex-chitarrista dei Suede è fondamentale; il disco non ci presenta un Eitzel in preda a sperimentazioni o stravolgimenti del proprio suono ma beneficia dell'attento lavoro in regia di Butler, il quale ha in qualche modo dato un ordine a tutti i tasselli del mosaico, elaborando attorno alla malinconica vocalità del nostro una struttura poco più che minimale, centrata nel dare lustro alla buona scrittura dei brani. I suoni non si discostano da quelli sentiti nelle precedenti fatiche di Eitzel ma hanno in più un sentore albionico e un gusto vintage che arricchiscono le composizioni senza sensazioni di forzatura, aumentandone anzi la portata artistica. Mark è un abile scrittore di testi, riesce ad inserire in un contesto cantautorale una poetica forte ed anche un'ironia sagace, decisamente british.

Ecco dunque un album variegato, nel quale convivono le movimentate The last years e La lorona, nelle quali il passato degli AMC si riaffaccia qua e là, le tenui Nothing and everything e Sleep from my eyes, soffusi acquerelli carichi di poesia, e le più sperimentali The road e An angel brushed the penny slots, nelle quali la mano di Butler si fa più presente, regalando ottimi risultati. Eitzel prosegue nel proprio percorso, intimo e personale, con un album diretto e ottimamente prodotto, dal quale traspaiono una sincerità e una coerenza indiscutibili, che solo pochi grandi autori possono vantare. (8/10)