Artista
di grande talento, con una impressionante continuità sempre ad
altissimi livelli, Ray LaMontagne giunge al quarto lavoro
discografico, prodotto personalmente nello studio della propria casa
in Massachusetts, in compagnia della fedele band dei Pariah Dogs.
Raggiunta
la maturità artistica Ray opera una scelta per certi versi
insidiosa, prendendosi la responsabilità di suoni ed arrangiamenti,
uscendone sorprendentemente ancora una volta vincitore, mostrando
quanto la passata esperienza con lo straordinario produttore Ethan
Jones sia stata una scuola fondamentale.
L'album
non ha infatti variazioni sensibili per quanto riguarda suoni e
colori, si regge sui classici pilastri del sound a
là LaMontagne proponendo
una manciata di canzoni di grande rigore compositivo. Al solito Ray
si muove con agilità su strade già battute, con una freschezza ed
una onestà tali da risultare costantemente originale e mai una
sterile brutta copia.
Roots
rock, qualche incursione black, country e folk sono le coordinate
sulle quali muove i propri passi l'album, regalando una track-list
decisamente fortunata. Il buon Ray è sempre più convincente, autore
illuminato e voce strepitosa, in grado di valorizzare qualunque tipo
di brano.
Il
disco parte subito con l'acceleratore premuto; Repo
Man
è il classico roots-funk in stile LaMontagne: ritmica in up-tempo
solida, sventagliate di chitarra ben assestate, voce che graffia
sicura, gran pezzo che conquista già a partire dall'entusiasmante
intro, scura ed hard-boiled.
Finale jam-oriented per un brano destinato a diventare un classico
anche in fase live, sei minuti di grande musica.
New
York City's Killing Me è
una sapida folk ballad malinconica, arricchita dai contrappunti di
lap steel e dalla grande interpretazione di LaMontagne che ci regala
un testo intenso ed emozionale. Sulla stessa linea la successiva
title-track, splendidamente younghiana
nell'incedere lento e meditativo; suoni strepitosi e pathos a
tonnellate con una splendida apertura su un ritornello epico e
maestoso. Brano tra i più belli nell'ormai vasto songbook del
Nostro.
Il
ritmo aumenta con il country-rock di Beg
Steal Or Borrow,
bel brano guidato anche in questo caso dalle chitarre, con un inciso
semplice ma vincente nell'arrangiamento classico ma non di maniera.
Ottimo il solo centrale di lap steel che contribuisce a creare
un'atmosfera che porta alla mente gli episodi migliori firmati
Crosby, Stills & Nash.
Una
scarna chitarra apre Are
We really Through,
brano minimale che la voce sabbiosa di LaMontagne arricchisce di
intensità. Il grande valore dell'interprete si mostra in tutto il
suo splendore in questa ballata semplice e diretta.
This
Love Is Over è
forse il brano meno riuscito del lavoro, un mid-tempo ben cantato dal
Nostro e con un buon ritornello ma di minore impatto rispetto a
quelli che l'hanno preceduto. L'arrangiamento soft ma abbastanza
appesantito lo penalizza un po' dandogli un aspetto retro
fin troppo risaputo.
Più
riuscita la successiva Old
Before Your Time,
nella quale i profumi bluegrass regnano sovrani, ben disegnati dagli
intrecci delle acustiche e del banjo. Nulla di trascendentale ma voce
e musica viaggiano in perfetta simbiosi. For
The Summer
pare uscire dalle session di uno dei capolavori di Neil Young,
quell'Harvest che senza ombra di dubbio è tra i dischi preferiti di
LaMontagne.
Gran
groove, ottime slide, armonica ed un ritornello di grande impatto,
ulteriore splendido brano senza punti deboli di alcun tipo.
L'ombra
di Young spunta palesemente ancora all'orizzonte con la ballad che
segue, Like
Rock and Roll & Radio; chitarra
ed armonica con l'ennesima grande interpretazione vocale di Ray.
Chiude
l'album la sincopata The
Devil's In The Juke-box,
southern ballad cadenzata da una tosta batteria, armonica e voce a
duellare, riscaldando un brano ricco di sfumature.
Al
quarto album Ray LaMontagne non accenna a tirare la corda, portando a
casa un altro lavoro solido, onesto e ricco di motivi di interesse,
senza compromessi o concessioni a sonorità più ruffiane o
radiofoniche. LaMontagne è ormai una sicurezza, collocabile a buon
diritto tra i migliori songwriters dei nostri tempi.