sabato 3 maggio 2008

The Raconteurs - Consolers Of the Lonely


A sorpresa arriva nei nostri lettori CD questo nuovo album per il side project di Jack White, chitarrista dei White Stripes, in compagnia del cantautore Brendan Benson e di 2/3 dei Greenhornes: Patrick Keeler (batteria) e Jack Lawrence (basso).

Seguito di quel Broken Boy Soldier, album spontaneo e diretto nel quale le due anime, rock e abrasiva quella di White, pop e cantautorale quella di Benson, creavano un mix interessante, pur peccando un po’ di monotonia, COTL ci presenta i quattro in una fase a loro dire più ispirata, certamente più vicina ai lavori della band di White, specie l’ultimo Icky Thump.


Dunque una serie di riff graffianti, psichedelia, qualche ballata, in definitiva una sorta di bignami del rock moderno, fenice nata dalle ceneri del rock anni ‘70.

Il risultato e’ un  disco che parte in maniera molto convincente ma che, pezzo dopo pezzo, si spegne in stilemi triti e ritriti, che sanno di occasione sprecata. 

La title-track, poggiata su un riff granitico ben supportato da una ritmica potente fa ben sperare. A tratti pare di riascoltare i Grand Funk Railroad più ispirati. Bell’inciso, pezzo che rimane in testa.

Salute your solution potrebbe stare tranquillamente su un disco dei White Stripes, non aggiunge nulla al discorso. Meglio la successiva You Don’t Understand Me, che paga tributo ai Big Star o, per motivi anagrafici ai Jayhawks di Louris e Olson; ballatona pianistica con belle armonie vocali, da sola varrebbe il disco.


Old Enough e’ un up-tempo con solo di violino accattivante, giocata sulle due voci ben armonizzate ed apre il campo a The Switch And The Spur, movimentata ballata con echi western, trombe mariachi ed atmosfera cinematografica.

Hold Up prosegue nella linea diretta ed eterogenea dell’album, ritornello urlato, pochi fronzoli, pezzo di passaggio che lascia a Top Yourself il compito di riportare in alto il disco: pezzo dalle dinamiche sostenute, spruzzato di hard-boiled country, con un banjo a fare il lavoro sporco, riporta alla mente, sebbene con le dovute distanze, i 16horsepower meno oscuri.


Da qui in poi il disco purtroppo decade. Many Shades Of Black, con una sezione fiati un po’ scolastica, è una ballad tinta di soul, invero con poca anima.

Five On The Five e Attention ci riportano nuovamente ai White Stripes, ma se non fossero state incluse nella tracklist sarebbe cambiato poco o niente.

Pull This Blanket Off si rituffa negli anni ’70, con piano e voci a farla da padrone, l’album prova a risalire la china, ma Rich Kid Blues, These Stones Will Shout e Carolina Drama, seppure quest’ultima abbia una marcia in più, chiudono in modo anonimo il disco.


Era lecito aspettarsi di più, Jack White gode di alta considerazione da parte del pubblico e di certa parte della critica, grazie anche al saper gestire se stesso come personaggio musicale/cinematografico, ma il suo songwriting necessiterebbe di una svolta verso una continuità ed una cura delle sonorità che potrebbero portarlo lontano. Per ora restiamo in attesa.