giovedì 29 maggio 2008

Chuck Berry - "Johnny B.Goode – His Complete ‘50s Chess Recordings" (Universal)


Mutuando il titolo dal celeberrimo brano che proprio nel 2008 festeggia mezzo secolo dalla pubblicazione (31 Marzo 1958), questo box retrospettivo di 4 CD raccoglie, in rigoroso ordine cronologico, il centinaio di brani incisi per la gloriosa etichetta di Leonard e Phil Chess tra il 1955 e il 1959, periodo ispiratissimo per una figura fondamentale nella genesi musicale ed estetica del Rock’n’roll che ancora oggi, ad 81 anni suonati, gira il Mondo con sottobraccio la sua ES-355. Il nostro interruppe definitivamente la collaborazione con l’etichetta di Chicago nel 1974, quindi possiamo prevedere la pubblicazione di un secondo volume con le restanti incisioni a breve.


Chuck Berry è stato con tutta probabilità il primo vero guitar hero nella storia del rock, non tanto per la tecnica, spesso derivata da intuizioni altrui, le sue principali influenze furono T-Bone Walker, Elmore James e Muddy Waters (quest’ultimo si dice avesse “raccomandato” il giovane Chuck proprio alla Chess), quanto per la serie impressionante di strepitosi riff, scritti in quel breve lasso di tempo, che hanno letteralmente fatto scuola, regalando alla chitarra lo status di strumento rock per eccellenza. Unitamente alla musica, la potenza iconografica del personaggio, immancabilmente ritratto insieme alle inseparabili Gibson, ha dettato stilemi e movenze ormai assurte a canoni stilistici del chitarrismo in ogni parte del Mondo.


Johnny B.Goode è senza dubbio un perfetto Bignami per definire il Berry-sound: riff nudo e crudo, glissati e bicordi potenti, solo scoppiettante, un suono che fece da bàlia alla plètora di grandi chitarristi rock del secolo scorso.

Le sue mani imponenti che gli permettono un’escursione sulla tastiera invidiabile, la ricercatezza del look ed il cipiglio forte ed imprevedibile sono i caratteri distintivi di una vera icona vivente. Leggendari i capricci che hanno fatto impazzire più di un promoter alle prese con il “Manager di sé stesso” Berry che imponeva vincoli contrattuali ed economici ferrei, attirandosi il rispetto ed una buona dose di invidia da parte dei colleghi ma anche l’odio di managers ed organizzatori di eventi. 


L’ottima rimasterizzazione ad opera di Erick Labson ci regala un tuffo nella storia della musica popolare, allineando classici senza tempo che fanno tuttora la fortuna di shorts pubblicitari e colonne sonore: Sweet Little Sixteen, Roll Over Beethoven, Maybellene, Rock And Roll Music, School Day, Little Queenie, Memphis Tennessee e così via.

Oltre alla grandezza di Berry vale la pena sottolineare quanto l’apporto del pianismo di Johnnie Johnson sia stato fondamentale per la riuscita di molti dei brani qui raccolti, pur finendo per mettere i due l’uno contro l’altro in una causa per il riconoscimento di presunti diritti d’autore intentata da Johnson (scomparso poi nel 2005) che si risolse in un niente di fatto. Ma i grandi nomi che costellano queste prove in studio di Berry si sprecano: Willie Dixon, Marvin Gaye, Etta James, Otis Spann, Jimmy Rogers, Count Basie….


Purtroppo non ci sono chicche inedite particolari, i nastri dell’epoca spesso venivano riutilizzati e sovraincisi dagli studi, quindi non c’è praticamente nulla di veramente mai pubblicato, se non un paio di brani live un po’ confusi, soprattutto per il fastidioso frastuono del pubblico. Sono comunque molto interessanti le diverse alternate takes, condite dai commenti di Berry stesso e dei suoi collaboratori, che illustrano, seppur in maniera limitata, la genesi di brani entrati nella leggenda del rock, gli strumentali e i due brani degli Ecuadors ai quali partecipo’ come session man. 


Le belle foto del libretto (24 pagine comprensive di bio e discografia curate da Fred Rothwell) ci mostrano Berry in tutto il suo splendore: grande carisma e consapevolezza di quanto già allora fosse importante l’estetica nella musica popolare. Ovviamente non mancano gli amati “ferri del mestiere”, le splendide semiacustiche Gibson, dalla ES-350T natural, con la quale realizzò quasi tutte le incisioni contenute nel box, alle ES-335, ES-345 ed ES-355, fedeli compagne di una longeva carriera.


Sono stati pubblicati diversi Greatest Hits che possono far avvicinare alla musica di Berry senza pretendere esborsi di denaro così consistenti, ma quest’opera merita attenzione in quanto trattasi di brillante compendio con una qualità audio ottima. Un must per tutti i fans e non solo.