venerdì 13 giugno 2008

John C. Fogerty - 12 Giugno 2008
Milano, Alcatraz


Gli anni sembrano non passare allo stesso modo per tutti. Prova ne è stato lo strepitoso set proposto dall’ex leader dei Creedence Clearwater Revival nella serata del 12 Giugno scorso all’Alcatraz di Milano, locale ormai assurto a tempio del rock meneghino (non tanto per meriti propri, quanto per la carenza di spazi alternativi e la voglia di teatro che ha ultimamente colpito gli artisti di passaggio nel Belpaese), gremito da un folto pubblico di tutte le età: dal ragazzino rockettaro che ha scoperto i Creedence da poco, magari curiosando fra i dischi nella collezione di papà, al signore sulla sessantina, dal fisico oltremodo rilassato, che si ritrova coi vecchi sodali di zingarate giovanili, per assistere alla prima esibizione in Italia di quest’autentica icona del rock americano, magari accompagnati da una compagine di mogli un po’ scettiche.


E’ molto bello constatare quanto ancora la musica dei CCR coinvolga gli appassionati del nostro Paese, lo stesso Fogerty deve essersi pentito di non aver mai tenuto in precedenza concerti in Italia, l’entusiasmo ed il calore ricevuti non li scorderà facilmente.

Con il canonico ritardo di qualche decina di minuti le luci si spengono e, dopo le solite avvertenze riguardo registrazioni audio, foto e telefonini -caldamente sbeffeggiate dalla platea-, sul palco si intravedono finalmente le sagome della band al gran completo. Alla batteria spicca il cranio rasato, con tanto di occhiali firmati, del batterista rock per antonomasia, il nerboruto Kenny Aronoff, ormai da anni fido compagno di scorribande per il buon John. Un vero treno, Aronoff si carica sulle possenti spalle il resto del gruppo e parte a razzo sui binari di un rock granitico e inarrestabile, sporcato di country, soul e gospel. Nell’approccio ai pezzi dei CCR, si dimostra generalmente rispettoso delle partiture originali di Doug “Cosmo” Clifford, pur mettendoci del proprio. Solo in poche occasioni pare un po’ sopra le righe (soprattutto nell’abuso del doppio pedale e nei momenti di batterismo caotico, che lo portano persino a difettare nel timing) facendosi perdonare per grinta e pacca sul rullante: un animale.


Ottimo compagno di viaggio nella sezione ritmica, Dave Santos, mostrando eccellenti doti strumentali, si muove fluidamente e con gusto, restando sempre nella musica, pulsante e ben quadrato sul drumming di Mr.Aronoff. Le chitarre, appannaggio di Billy Burnette (Ex-Fleetwood Mac) e Hunter Perrin, fanno da cornice alla solista del leader, ben coadiuvate dal polistrumentista Matt Nolan (tastiere, violino, mandolino, chitarra) che si dimostra il più dotato a livello musicale. Il suo violino è stato uno dei piatti forti della serata.


Ma è ovviamente Fogerty a farla da padrone, il boato del pubblico al suo ingresso, dopo la breve intro che apre Travelin’ Band, è assordante. Camicia a quadri, jeans, fazzoletto al collo, in forma strepitosa (i capelli fulvi hanno un che di artificiale, ma alle rockstar si perdona tutto), John prende saldamente in mano le briglie dello show e guida il suo combo in una cavalcata selvaggia, esaltando il rovente pubblico di Milano, il quale canta a squarciagola tutto il brano (e così farà per il resto del concerto). Sentire la voce di John dal vivo è sempre un’emozione fortissima, canta come ai bei tempi, mantenendo spesso la tonalità originale. 


Le sue chitarre hanno ancora QUEL suono, sembrano uscire dai favolosi dischi del quartetto di El Cerrito (CA). L’attacco secco e ficcante della Les Paul di John è un marchio di fabbrica ancora vivo ed originale. Ma lo sfoggio di chitarre sarà continuo per tutta la serata, tra Gibson, Fender, Taylor, Paul Reed Smith e Music Man, ci sarà modo di visionarne un intero catalogo. John si fa carico praticamente di tutte le parti soliste, duettando/duellando con i fidi pard nelle jam strumentali che arricchiscono i brani in scaletta.


Scaletta che si compone per la quasi totalità di brani dei Creedence. Fogerty sa benissimo che il pubblico vuole sentire dal vivo pezzi che per decenni ha potuto solo far girare su un piatto, il tour si chiama Revival (come l’ultimo buon album uscito lo scorso anno) ed è un vero e proprio greatest hits: le poderose e dilatate Born on The Bayou, Suzie Q, I Heard It Through The Grapevine e Ramble Tamble le seminali Who’ll Stop The Rain, Green River, Have You Ever Seen The Rain, Lookin’ Out My Back Door, Bad Moon Rising, le potenti Up Around The Bend, Fortunate Son, Sweet Hitchiker e Keep On Chooglin’ (introdotta da John con un solo in tappin’, tanto per far vedere alle nuove leve che lui la chitarra la porta a tracolla da un bel po’ di tempo e sa ancora come usarla), ed ovviamente l’attesissima Proud Mary, suonata nel bis con la classica Rockin’ All Over The World.


Nel lotto Fogerty infila anche qualche brano dalla sua carriera solista: Don’t You Wish It Was True, Gunslinger, Broken Down Cowboy dall’ultimo Revival, My Toot Toot, con spazio per una dedica alla moglie Julie ed alla piccola Kelsey, della quale John mostra un disegno al pubblico, creando un siparietto molto divertente. Un set eseguito con continuità, tra un cambio di chitarra e l’altro, due ore e venti di rock sanguigno, col pubblico ad acclamare a gran voce il ritorno sul palco della band per il bis. Fogerty è ancora un ragazzino, fenomenale frontman, chitarrista dotato e simpatico entertainer. 


Qualcuno fra il pubblico si rammarica di non avere potuto vedere insieme su un palco John, il fratello Tom (scomparso nel 1990), il già citato Doug Clifford e Stu Cook (questi ultimi sempre in tour con la band Creedence Clearwater Revisited), ma questa serata ha reso più sopportabili i rimpianti ed ampiamente ripagato tutti gli anni di attesa. La speranza è che John abbia capito quanto sia amato dal pubblico italiano e decida di ricambiare tornando presto nel nostro Paese. 


Track list:

Travelin' Band
Bad Moon Rising
Green River
Who'll Stop The Rain
Susie Q
Born On The Bayou
Lookin' Out My Backdoor
Don't You Wish It Was True
My Toot Toot
Midnight Special
I Heard It Through The Grapevine
Bootleg
Gunslinger
Cotton Fields
Ramble Tamble
Broken Down Cowboy
Keep On Chooglin'
Have You Ever Seen The Rain
The Night Time Is The Right Time
Comin' Down The Road
Sweet Hitch-Hiker
Down On The Corner
Up Around The Bend
Hey Tonight
The Old Man Down The Road
Fortunate Son

Rockin' All Over The World
Proud Mary