di Luca Salmini
Il mensile inglese Uncut li ha definiti “...la più eccitante nuova band folk britannica...” e ascoltando il secondo album 'Follow Them True' del collettivo inglese Stick In The Wheel, non è difficile intuire cosa abbia mosso tanto entusiasmo. A dire il vero, al primo impatto 'Follow Them True' potrebbe suscitare qualche perplessità, perchè a giudicare dalla musica sembra di avere per le mani un album dei The Watersons, mentre scorrendo i testi l'impressione è che si tratti piuttosto di uno dei Clash, ma alla fine la combinazione tra la purezza di arie ispirate alla più antica tradizione con il fervore politico e sociale dal retaggio punk risulta decisamente originale e degna di tutta l'attenzione che gli Stick In The Wheel stanno suscitando tra i media e il pubblico londinese.
Formati dalla cantante Nicola Kearey, dalla fisarmonicista Fran Foote, dal chitarrista Ian Carter, dalla violinista Ellie Wilson e dal batterista Simon Foote, gli Stick In The Wheel hanno chiari propositi fin dal principio:“...Suoniamo la musica della nostra gente. Questa è la nostra cultura, le nostre tradizioni...” e in effetti le scelte stilistiche della band paiono abbastanza classiche e rigorose, perchè, se da un lato le liriche attingono ad un'immaginario che mette in luce il lato più oscuro e barbaro della natura umana, dall'altro gli scenari evocati dai brillanti intrecci elettroacustici degli strumenti sono per lo più quelli dell'Inghilterra più pastorale e bucolica, che affiora abbastanza nitidamente da deliziose ballate vittoriane come Blind Beggar Of Bethnal Green, da corali marinaresche per sole voci come Poor Old Horse, da meravigliose omelie folk come la basica ed intensissima Red Carnation o da spiritate arie popolari come Weaving Song e Abbots Bromley Horn Dance.
Qui e là balenano lampi di elettricità e dinamiche folk rock come accade nella trascinante Over Again dal sottile respiro lisergico, nell'ispirata Roving Blade, nel blues virato irish di White Cooper Alley e nella mantrica title-track, fino a contemplare atmosferiche derive elettroniche che trasformano l'elegiaca 100.000 Years in un'epico estratto da un'immaginaria colonna sonora o fanno sembrare l'affascinate As I Roved Out un'inedita outtake dei Cocteau Twins. Antico e moderno si mescolano con una freschezza e una disinvolta spontaneità nelle canzoni degli Stick In The Wheel, tanto che la tradizione folk pare un territorio per quanto secolare, ancora tutto da esplorare. (7/10)