lunedì 23 aprile 2018

The Black Delta Movement - Preservation (Clubbed Thumb)


di Luca Salmini

Sebbene il nome faccia presagire un'occulta confraternita religiosa del Mississippi, The Black Delta Movement sono una band inglese dedita piuttosto al culto poco ortodosso di chitarre, basso e batteria, strumenti a cui strappano acide fiammate di garage rock psichedelico sospese tra i Pink Floyd di Lucifer Sam e i 13th Floor Elevators di Roller Coaster. The Black Delta Movement si formano nel 2010 a Kingston-Upon-Hull nello Yorkshire e l'unico delta su cui possono lasciar correre lo sguardo, è quello operaio e poco leggendario del fiume Hull, forse annerito dagli sversamenti industriali piuttosto che dalla mitologia del blues, ma evidentemente abbastanza suggestivo da ispirare la fantasiosa ragione sociale con cui i chitarristi Matt BurrDom Abbott, il bassista Liam Kerman, il batterista Jacob Tillison e il percussionista Joe Gray si presentano al pubblico. 

Fedele all'estetica sixties, la band pubblica ben 4 singoli e altrettanti EP, prima che i tempi siano maturi per il debutto 'Preservation', l'album manifesto uscito solo lo scorso marzo, dove mettono a frutto tutta l'esperienza accumulata in centinaia di concerti senza perdere quella grinta e quell'incoscienza proprie degli esordienti. Come fossero appena sgusciati dallo scantinato sotto casa con in corpo tutta la rabbia dei reietti e una massiccia dose di sostanza psicotrope, i Black Delta Movement battono un rock'n'roll psicotico e furioso stracarico di effetti fuzz e riverbero che comincia con lo sferragliare metallico delle chitarre di Rome e si conclude con il magmatico trip della stupefacente Butterfly. 

Nel mezzo stordenti cataclismi elettrici come Hunting Ground, isterici assalti psychobilly come Mosquito King, nervosi folk rock privi delle illusioni della Summer Of Love come Hot Coals, sciamanici ed ossessivi deliri in orbita Jesus & Mary Chain come Let The Rain Come o ipnotiche ballate soul come For You. Spiritati ribelli psichedelici, i Black Delta Movement potrebbero essere la più credibile ed ispirata risposta inglese al rock lisergico dei texani Black Angels e c'è da scommetere che a vederli insieme sullo stesso palco farebbero sognare più di una generazione. (7/10)