giovedì 19 ottobre 2017

Robyn Hitchcock @ All'1.35 Circa, Cantù - 12/10/2017


In una insolitamente calda serata ottobrina, un discreto manipolo di appassionati assiepa i tavoli dell'accogliente club canturino, per assistere al ritorno in Italia dello stralunato cantautore londinese ormai da tempo residente a Nashville, impegnato nel fitto tour di presentazione dell'ottimo album omonimo, pubblicato il 21 Aprile scorso per la benemerita Yep Roc. Robyn Hitchcock è un nome di culto, un cantautore peculiare, creativo e divertente, un personaggio unico, amatissimo dai colleghi e da uno zoccolo duro di fans; poterlo ammirare sui palchi nostrani è un'occasione imperdibile.

Apre la serata Annie Barbazza, giovane cantautrice le cui radici musicali muovono da molto lontano, dalla psichedelia e dal prog britannico, influenze palesi nella proposta musicale, che le hanno permesso di calcare le scene in compagnia di nomi storici come Greg Lake, Area e Aldo Tagliapietra. Eccellenti doti vocali e buona attitudine sul palco, Barbazza si destreggia bene su una tracklist composta esclusivamente di cover, aperta da una sorprendente Arnold Layne. La volontà di non proporre nessun brano originale è forse un po' limitante, ma la scelta dei brani è risultata comunque felice; non capita spesso di poter ascoltare la splendida Dear God degli XTC interpretata con il giusto piglio.

Con flemma tutta britannica Mr.Hitchcock prende posto sul palco con la fida chitarra sotto braccio; veste una delle camicie sgargianti che lo hanno reso celebre e spesso si sistema il lungo ciuffo di capelli bianchi del quale va evidentemente fiero, sebbene durante il concerto si lascerà scappare un commento sulla, a suo dire, meravigliosa chioma di Bryan Ferry. L'ottima amplificazione del locale canturino permette al pubblico di godere appieno di tutte le sfumature presenti nelle esecuzioni in solo di Hitchcock: dal suono splendido della chitarra, che il nostro padroneggia con originalità e grande maestria, alle evoluzioni vocali e liriche di un autore che viaggia costantemente ai limiti del nonsense, alternando momenti di anarchia sonica a monumentali espressioni di grande qualità artistica.

Ecco dunque un bell'excursus nella carriera del nostro, con qualche brano dall'ultimo album (I Want To Tell You Aboout What I Want, I Pray When I'm Drunk), diversi dai suoi lavori con gli Egyptians (My Wife and My Dead Wife, Balloon Man, Madonna of the Wasps) e alcune chicche dal repertorio degli storici Soft Boys. Hitchcock si destreggia bene anche come affabulatore e riempie gli spazi tra un brano e l'altro di divertenti aneddoti e storielle, conditi da sguardi allucinati e umorismo tutto british. Dopo una buona ora e mezza di musica il concerto si chiude con il ritorno di Annie Barbazza sul palco in veste di seconda voce e chitarra per un paio di encore