Superato il traguardo del quarto di secolo di carriera discografica, con questo tredicesimo lavoro in studio il 47enne cantautore californiano si allontana ulteriormente dal lo-fi degli esordi, per dilettarsi con un pop catchy e che più furbetto non si può, seppur proposto in una confezione decisamente raffinata e articolata. Colors è un disco che non faticherà a scalare le classifiche, grazie ad almeno quattro singoli dall'appeal immediato. Mr.Hansen è sempre stato un buon scrittore di ritornelli, ma in questa occasione ha dato fondo a tutto il proprio talento, ottenendo una tracklist decisamente pop-oriented.
Prodotto con l'esperto Greg Kurstin (Adele, Sia, Foo Fighters), vera macchina da singoli, impegnato anche nella veste di musicista, Colors ci proietta in atmosfere new wave, unendo l'ingenuità degli anni '80 alle sonorità più moderne. In quattro anni di lavorazione presso lo studio personale di Kurstin, i due losangelini hanno potuto sperimentare suoni e sequenze, allineando tentativi ed errori, mescolando più volte le carte in tavola. Il risultato è un disco coeso, in un paio di occasioni sopra la media, con solo due decise cadute di stile.
Tra i brani migliori la title-track, pezzo molto articolato, con un inciso che riporta all'Inghilterra plasticosa degli anni '80, alternando strofe radiofoniche, con tanto di flauto etnico sommerso dal reverbero, ad un paio di intermezzi vocali piuttosto evocativi. Il pezzo non avrà il peso specifico delle composizioni migliori di Beck ma convince ascolto dopo ascolto. Stesso discorso per la successiva Seventh Heaven, con bei cori west coast su una ritmica sincopata e buon sviluppo melodico, e per il singolo Up All Night, già ampiamente metabolizzato grazie alla massiccia programmazione via etere.
I'm So Free è frenetica e ci riporta al Beck distorto di qualche anno fa, coi suoni dell'indie fine anni '90 che sanno un po' di già sentito, ma se la cava grazie ad un ritornello vincente. Dear Life è forse il pezzo nel quale la voce di Beck risulta più convincente, ma per come è arrangiato pare un brano di Ben Folds; non che sia un male, anzi. Dreams è presente nel disco con due diversi mix; molto meglio il nuovo, quello datato 2015 risulta pesante e tedioso. Buona anche Fix Me, ballad con un bell'arrangiamento, in alcuni momenti persino beatlesiana, un'oasi di pace in un disco spesso fin troppo movimentato.
Decisamente skippabili No Distraction, brano che strizza l'occhio all'impalpabile indie più recente, e soprattutto Wow, malmesso concentrato dei peggiori stereotipi della musica radiofonica attuale, si fa odiare dopo pochi secondi. Il resto è senza infamia e senza lode. Un disco che piacerà alle radio, ai fans duri e puri e a coloro che amano gli artisti sempre in movimento, con la tendenza al cambiamento facile. Per gli altri val la pena ripescare i vecchi lavori o investire in qualcuna delle altre interessanti uscite di questo ricco Autunno. (7/10)