A Giugno Weyes Blood sarà in Italia per quattro date, con l'occasione pubblichiamo la recensione dell'ultimo lavoro Front Row Seat To Earth firmata da Luca Salmini, da oggi collaboratore del blog.
di Luca Salmini
Comparando i suoi trascorsi in
collettivi sperimentali e rumoristici come Jackie-O-Motherfucker con
le celestiali melodie del suo nuovo album Front Row Seat To Earth,
sembra che la musica della cantautrice Natalie Mering sia
passata attraverso la classica metamorfosi del bruco diventato
farfalla. In verità, tra gli esordi, che risalgono all'incirca al
2006, e il presente ci sono anche la collaborazione con Ariel Pink's
Haunted Graffiti, i pellegrinaggi attraverso gli Stati Uniti, la
scelta del nome d'arte Weyes Blood, un certo numero di cassette
autoprodotte, un paio di album solisti e un contratto con la Mexican
Summer Records a partire dal suo secondo lavoro The Innocents
del '14, in cui già lasciava da parte qualsiasi estremismo sonico
per una compiuta forma canzone dai tenui contorni folk.
Alla luce dei
fatti, non si può certo dire che Natalie Mering non si sia data da
fare per provare ad emergere, anche se il suo nome circola ancora
solo a livello sotterraneo: una situazione a cui potrebbe strapparla
Front Row Seat To Earth, un lavoro sospeso tra il respiro folk
vagamente british di un canto lirico ed intenso, la sottile fragranza
armonica di suoni elettroacustici e vaporosi arrangiamenti
d'impianto moderno. Bucolico e affascinante, Front Row Seat To
Earth è un'ariosa e rarefatta sinfonia di chitarre acustiche ed
elettriche, rintocchi di pianoforte, tappeti di tastiere, ovattate
cadenze di basso e tamburi, squilli di trombe e spaziose intersezioni
d'elettronica.
Un lavoro che prova a coniugare al presente l'incantato idillio
di un disco del lontano passato come Just Another Diamond Day
di Vashti Bunyan, quando partono effimere ballate e sognanti
madrigali come la seducente Diary, che pare quasi echeggiare
dalle profondità del Laurel Canyon, la pastorale nenia folk Be
Free, i profumi d'incenso di una marcetta vagamente beatlesiana
come Do You Need My Love, il lirico vibrato di Generation
Why, l'elegiaca corale di Away Above, i riverberi
elettronici di Can't Go Home o le fiabesche atmosfere di Seven
Words.
Forse hanno ragione le note della cartella stampa quando
precisano “...Il nuovo album di Weyes Blood Front Row Seat To
Earth è la musica folk del prossimo futuro...”, di certo si
tratta di un lavoro curioso e decisamente seducente, capace almeno di
rendere più lievi ed euforici all'incirca quarantacinque minuti
dell'immediato presente.
Weyes Blood sarà in tour in Italia il
prossimo Giugno, queste le date:
05 giugno – MILANO (Serraglio)
06 giugno – ROMA (Chiesa evangelica
Metodista – Unplugged in Monti)
07 Giugno - MARINA DI RAVENNA (Hana-Bi)
08 giugno – TORINO (Spazio 211)