martedì 16 maggio 2017

Dan Stuart & Don Antonio - 15/05/2017 All'1 e 35 Circa, Cantù (CO)


Sweet and bitter, dolce e amaro; così l'ex-Green On Red ha definito l'alternarsi dei brani della  scaletta canturina, tra rimandi al glorioso passato e gustosi assaggi di un presente forse meno fortunato in termini di visibilità, ma sempre di alto livello, per un autore ancora perfettamente in grado di dosare gli elementi necessari a rinvigorire un genere che sembra ben lontano dal voler esalare l'ultimo respiro. Pubblico equamente diviso tra appassionati e addetti ai lavori, quello assiepato tra i tavoli del bel locale di Cantù, baluardo lombardo della buona musica, scelto come location per l'ultima data di questa mini tournée italiana in compagnia di Antonio Gramentieri e compagni. 

Stuart si è presentato in buona forma, a livello vocale ma anche nella veste di intrattenitore, in grado di coinvolgere pubblico e band dosando con sapienza il proverbiale sarcasmo ed evitando intelligentemente la spesso pesante pantomima dell'americano che prova, in maniera tragica, a spiccicare qualche parola di italiano. Sul palco con lui, oltre al barbuto 'Don,' corredato di Telecaster d'ordinanza, il batterista Diego Sapignoli e il polistrumentista Franz Valtieri. Quest'ultimo, oltre a cimentarsi con bass synth, fiati e percussioni, sarà anche uno dei bersagli dell'ironia di Stuart, dimostrandosi un'ottima spalla oltre che un traduttore pronto alla bisogna. Nel finale spazio anche per Andrea Scarso, aka Caterino Riccardi, con le sue percussioni e l'ormai proverbiale washboard.

Il concerto viaggia deciso, con brani della recente produzione del songwriter da Tucson, in particolare dall'ultimo lavoro 'Marlowe's Revenge', intervallati da composizioni pescate qua e là nella discografia della band losangelina. Gli arrangiamenti sono minimali per il numero esiguo di strumenti sul palco, ma "grossi" nel suono, con la multicolore batteria vintage di Sapignoli ad arricchire di colori il tessuto sonoro creato dalla piccola tastiera con funzione di basso manovrata da Valenti, e soprattutto dagli effetti della chitarra di Gramentieri, in grado di alternare bollenti riverberi desertici a ficcanti sventagliate elettriche sulle tracce delle sonorità del Paisley Underground.

Una dietro l'altra scorrono dunque, in una sorta di film a tinte forti sulla frontiera tex mex, la tesa What are you laughing about?, la sincopata Elena e l'oscura Gringo go home, vecchi successi come Zombie for love,  Gravity talks e Down to the bone, ma anche due ottime cover: una splendida That's how every empire falls, dal songbook di R.B.Morris, e una sorprendente Suspicious minds, ovviamente cantata da tutto il pubblico. Spazio anche per due brani della band, tratti dal recente disco eponimo, mentre Stuart si prende una pausa per gustare una meritata sambuca che poi provvederà a servire sul palco con tanto di vassoio. Come sempre ottimi i suoni del locale canturino, è un piacere ascoltare la buona musica quando è così ben proposta. Dan Stuart non ha certo deluso le aspettative, il 56enne songwriter tiene il palco alla grande, ha un ricco repertorio di ottimi brani e il connubio con Don Antonio and company si è dimostrato ancora una volta vincente.