Il grande successo delle serie TV, sui canali convenzionali ed in streaming, sta creando un indotto di notevoli dimensioni che riguarda principalmente il web e l'editoria ma anche il mondo della musica. Brani o artisti di tutti i generi usufruiscono della visibilità che i serial possono regalare, incontrando o influenzando il gusto del pubblico. Nei negozi stanno dunque trovando posto diverse raccolte di brani tratti o ispirati dai telefilm più amati dal pubblico. E' il caso di questa bella compilation edita da 30th Century/Columbia, che raccoglie diciotto brani tratti dalla saga distopica The Man In The High Castle, prodotta da Amazon.
Prodotta nel 2015 e basata sul romanzo ucronico "La svastica sul sole" di Philip K.Dick, la serie è ambientata in un ipotetico 1962 nel quale, a diciassette anni da una Seconda Guerra Mondiale vinta da Germania e Giappone, l'America è divisa in due parti ed il popolo vive sottomesso al potere di Terzo Reich e Impero Giapponese. Un movimento chiamato Resistenza lotta per la liberazione, aiutato da una rete di radio pirata che veicolano l'informazione contraria al regime, trasmettendo musica come messaggio di speranza e baluardo di una memoria collettiva che non deve essere spazzata via.
I brani sono dunque tutti classici dei '50 e '60, curati da Brian Burton aka Danger Mouse e Sam Cohen e ripresi da un cast stellare di artisti che comprende Beck, Benjamin Booker, The Shins, Michael Kiwanuka, Norah Jones, Grandaddy e tanti altri. Le composizioni sono riproposte con sonorità fedeli a quelle dell'epoca, rivestite di una patina dark che contestualizza il plot della serie. Tutte le interpretazioni sono decisamente interessanti, il disco beneficia di una scelta stilistica molto omogenea e credibile, frutto del buon lavoro di Burton e Cohen.
Tra le tante si fanno apprezzare la bella ripresa ad opera di Beck del famosissimo successo presleyano Can't help falling in love, ben cantata ed arrangiata con rigore e semplicità, la Spoonful di Benjamin Booker, splendida anche se un pelo fuori contesto con quell'andamento waitsiano scelto dalla produzione, e la cinematografica versione di A taste of honey, interpretata da James Mercer degli Shins. Ecezionale la Sometimes I feel like a motherless child di Michael Kiwanuka, canzone tradizionale trasfigurata in un lamento soul-gospel con un impianto strumentale minimo ma dal peso specifico notevole.
Sempre apprezzabile Norah Jones, languida e delicata al punto giusto nell'interpretare l'immortale Unchained melody con grazia e grande stile. Curtis Harding è in possesso di una delle voci più belle del panorama musicale odierno e la sua Lead me on (Bobby Bland) è il brano migliore della raccolta, arrangiato ed interpretato alla grande, da solo vale il prezzo del disco. Ci sono solo un paio di brani sottotono, il resto è tutto di alto livello. Una raccolta interessante sia per i fans della serie, sia per gli amanti della musica dell'epoca, che in questo lavoro subisce un'operazione di restyling poco invasiva e molto rispettosa. (8/10)