martedì 14 marzo 2017

Recensioni brevi: Teitur, Anohni

Teitur - Y Arpeggios for Piano EP (Ferryhouse)












Progetto molto ambizioso quello che ha portato alla realizzazione di questo EP da parte dell'artista originario delle Far Oer: una raccolta di brani per piano solo, composti da accordi a specchio in forma di Y, basati sulla teoria dei colori di Isaac Newton. Registrato in patria, nei Bloch Studios, il disco vede la partecipazione straordinaria di Andy Jackson (Pink Floyd) al mastering e dell'artista visuale islandese Margrethe Odgaard, autrice di cinque stampe su legno, una per ogni brano dell'EP. Una combinazione di musica e immagini molto interessante, tenue e minimalista, forse un po' involuta in alcuni frangenti, ma sicuramente affascinante. (7/10)




Anohni - Paradise EP (Secretly Canadian)













A meno di un anno dall'uscita di Hopeless, album che presentava la nuova incarnazione electro-pop dell'artista una volta nota come Antony, arriva questo EP che vede Anohni nuovamente spalleggiata da Hudson Mohawke e Oneohtrix Point Never in un percorso lungo sei brani, tra beats acidi e suoni trasfigurati, sui quali si insinua la vocalità lirica ed espressiva della cantante. Testi carichi di intensità emozionale, sia quando affondano il colpo in brani dall'andamento anthemico, nei quali si affacciano tematiche ambientali o sociali, come nella title-track e in Ricochet, sia negli episodi più languidi, come la malinconica You are my enemy o la conclusiva She doesn't mourn her loss. E' in questi ultimi però che Anohni si esprime in maniera più convincente, tornando al chamber-pop che l'aveva portata al successo assieme ai suoi Johnsons. Un EP che non aggiunge molto a quanto già prodotto ma conferma il nuovo corso intrapreso dall'artista anglo-americana. (6,5/10)