Nono album per la band da Austin, guidata da Britt Daniel e Jim Eno, ormai ridotta a quartetto dopo la defezione del polistrumentista Eric Harvey. La svolta elettronica, che già si intuiva nel precedente They Want My Soul, ha dato frutti molto interessanti, portando il gruppo a produrre un lavoro dal mood decisamente positivo, quasi danzereccio, nel quale le chitarre rivestono un ruolo di contorno, fondendosi nella tavolozza di colori senza essere determinanti nel sound generale come succedeva in passato. La capacità di creare melodie di grande impatto resta immutata; forse è necessario uno sforzo in più per comprendere l'essenza compositiva dei pezzi che, pensando a ciò che la band aveva prodotto in precedenza, al primo ascolto possono apparire sovra-arrangiati. Ottima la scelta di un produttore dal curriculum importante come Dave Fridmann (Flaming Lips, Mercury Rev, Tame Impala), per imprimere al lavoro la necessaria coesione. Brani da segnalare: Do I have to talk you into it, Can I sit next to you, Tear it down e Shotgun. (7,5/10)
Paul Weller - Music From The Film Jawbone (Parlophone)
Prima esperienza in ambito cinematografico per il cantautore da Woking, alle prese con il commento sonoro di Jawbone, film che segna l'esordio alla regia di Thomas Napper, con protagonista Johnny Harris (Parnassus, This Is England), anche autore del soggetto. Cronaca della redenzione di un ex-campione giovanile di boxe dal passato tumultuoso, il quale, grazie al ritorno allo sport, troverà di nuovo un posto nella società, il film presenta un Weller inedito, autore di uno score sperimentale, con cinque brani strumentali tra elettronica, chitarre distorte ed effetti sonori, le cui atmosfere in qualche momento richiamano l'ultimo lavoro del nostro (Saturn Patterns, 2015), e due ballate acustiche, la breve Bottle e la splendida The ballad of Jimmy McCabe, composizione che riporta alla mente il miglior Tim Hardin. Solo per appassionati del godfather of Mod. (6/10)