venerdì 24 marzo 2017

Recensioni brevi: Dangermuffin, Martha Tilston

Dangermuffin - Heritage (Independent Label Services Inc)













Combo originario del South Carolina, autore di un folk-rock con tendenze jam molto accattivante che a tratti può ricordare band come Sister Hazel o Guster, Dangermuffin pubblica questo sesto album con l'intenzione di tributare un omaggio alle proprie radici, grazie a testi che affrontano connessioni ancestrali e antiche tradizioni. L'approccio della band è molto incentrato sulla ritmica e sull'uso delle armonie vocali; il risultato è un album godibile nel quale trovano posto episodi country-gospel come l'iniziale Ode to my heritage, brani con forti impronte latin o caraibiche (Waves e Ol' Fidel) e tentativi di rielaborazione del suono Americana come Methuselah's song e One last swim. (7/10)



Martha Tilston - Nomad (Squiggly)













Cantautrice britannica dalla vocalità esile e celestiale, Martha Tilston pubblica questo lavoro nato sulla scorta del precedente The Sea (2014), per il quale si era ritrovata tra le mani un gran numero di composizioni rimaste inutilizzate. La musica della Tilston prende le mosse dal folk tradizionale, genere che Martha ha masticato fin da giovanissima, essendo figlia di Steve Tilston e nipote di Maggie Boyle, per avventurarsi in direzione di un neo-folk di matrice americana, con voce e chitarre acustiche a definire la struttura di brani in cui l'apporto strumentale viene gestito con parsimonia, anche nei momenti prossimi ad un sofisticato linguaggio pop-rock. Momenti più interessanti del lavoro l'iniziale Nomad blood, l'elaborata Little arrow, l'incalzante Ribbons for John e la ritmata Scribbled Fever. (7/10)