Definito dalla stessa autrice "saddest, slowest, if-they-are-all-waltzes-so-be-it-record", questo nono album firmato dalla cantante della Virginia è stato concepito come risposta per certi versi ironica alle immagini di tristezza e depressione che spesso sono state associate alla sua musica. La Mann realizza dunque un disco di ballate acustiche intime e delicate, con il parco supporto strumentale nelle mani di musicisti del calibro di Jonathan Coulton (chitarre, voce), Jamie Edwards (piano), Jay Bellerose (batteria). Ottimo il lavoro di arrangiamento degli archi, ad opera di Paul Bryan, che elabora per il disco una atmosfera anni '70, con echi della migliore Joni Mitchell. La splendida voce della Mann si muove sicura sia nelle ballate tenui come Good for me o Philly sinks, sia nei pezzi più articolati, nei quali la band trova più spazio, come le ritmate Simple fix e Lies of Summer. Con pochi semplici ingredienti la Mann porta a termine un album per nulla deprimente, anzi, decisamente piacevole, un graditissimo ritorno. (7,5/10)
The Mavericks - Brand New Day (Mono Mundo/Thirthy Tigers)
Gradito ritorno in studio anche per la band di Raul Malo, con un lavoro registrato a Nashville che al solito mescola le influenze più disparate, in un cocktail intrigante molto difficile da classificare. Western swing, rock'n'roll, ritmi latini, honky tonk e gospel, Doug Sahm ed Elvis Presley trovano da sempre posto nelle canzoni dei Mavericks, dando luogo a dischi che di sicuro non brillano per originalità ma risultano dannatamente coinvolgenti, con brani nei quali la potente voce baritonale di Malo ha un ruolo fondamentale nel muoversi teatralmente tra le liriche, nelle vesti di languido e brillantinato crooner. Ecco dunque il tex mex di Rolling along, la presleyana Brand new day, la ballad terzinata Goodnight waltz e il mex'n'roll di Ride with me, brani migliori di questo disco divertente e scanzonato, di una band che se non ci fosse bisognerebbe inventarla. (7/10)