Power trio milanese fautore di un garage rock dall'anima poppettara molto accattivante, i TriXXX giungono all'album d'esordio dopo una lunga gavetta fatta di chilometri macinati di locale in locale. L'impianto è il classico basso-chitarra-batteria, con un sound costituito da potenti riff, aperture melodiche e un buon uso delle voci. Suoni ed atmosfere riportano al power-pop dei gruppi della seconda metà degli anni '80, pensiamo a Hoodoo Gurus, Died Pretty e Smithereens, giusto per fare qualche nome. Tutti i tredici pezzi contenuti nel dischetto sono opera della band e riescono, grazie alla varietà degli arrangiamenti, a risultare scevri da momenti ripetitivi o cadute di tono. Spazio dunque al divertimento, con brani cadenzati come l'iniziale Down the line o la saltellante Won't you buy, e a sfuriate elettriche più sostenute, come She comes alone, sorta di novella Wild thing nell'incipit, che poi scappa via a mille all'ora, o She's so heavy, brano che sembra uscito da un album degli '80 di Bryan Adams. Nel disco c'é posto anche per un paio di momenti più tranquilli, come la bella Living in a suitcase e la conclusiva, evocativa ballad Sail away. Un buon disco per una band che vale la pena di ascoltare anche dal vivo. (7/10) www.thetrixxx.com
Cantautore della provincia di Varese, con rock e tennis nel cuore, Davide Buffoli torna con questo EP contenente cinque brani dai quali traspare l'amore per certo indie pop post-grunge anni '90 di band come Gin Blossoms, Collective Soul e Toad the Wet Sprocket. Buon vocalist e chitarrista, Buffoli si affida al fonico Stefano Berto per la programmazione dei samples del disco, realizzato pressoché in toto con mezzi digitali; la mancanza di una band in carne ed ossa non si fa comunque sentire. Il disco si apre con la title-track, composizione dall'intro granitica con chitarre in evidenza, gustose armonie vocali, stacchi ad effetto e un bel solo centrale. Born in the '70s è ovviamente autobiografica, con un gran lavoro chitarristico e un ritornello molto catchy, ricco di citazioni. Walking with you è una ballad ritmata con l'ennesimo buon inciso che apre la strada alla potente Eyes on me. Finale con il pezzo più sperimentale del disco: My favourite hour, ballad caratterizzata da una strofa dal sapore soul con ospite la voce di Miriam Cossar, e un ritornello corale con tanto di banjo ad arricchire il sound. (7/10)
www.davidebuffoli.com