La coscienza rock dell'ex-Sonic Youth si esplicita tra i solchi di questo interessante nuovo lavoro, presentato come EP per via del numero esiguo di brani, ma definibile a tutti gli effetti un Long Playing, visto che la durata totale delle sei composizioni supera di poco i quaranta minuti.
Moore si fa aiutare in studio dal trio di musicisti già presente nel precedente 'The Best Day' (2014): Debbie Googe (My Bloody Valentine), James Sewards (Nought) e Steve Shelley (Sonic Youth). Il risultato è un disco solido, nel quale le ossessioni chitarristiche paiono in continua evoluzione, alternando momenti psichedelici e sfuriate distorte, nel solco di quanto prodotto dal nostro nella quasi quarantennale carriera discografica, ma con freschezza e buona ispirazione. I dodici minuti di Exalted, durante i quali la struttura musicale ad ogni passaggio altera la propria forma in un'ottica che potremmo definire progressive-noise, e i dieci di Turn on, brano in crescendo che evolve da minimale ballad chitarristica a distorto garage-rock, sono i punti più rappresentativi del lavoro. C'é spazio anche per episodi più vicini alla tradizionale forma-canzone, come la flebile Smoke of dreams e la tonitruante Cusp, e per una reminiscenza youthiana, nella conclusiva Aphrodite. Un buon lavoro, che conferma la grandezza di Moore, tuttora vero e proprio punto di riferimento per certo chitarrismo noise e post-rock che molto deve alla storica band newyorchese. (7,5/10)
Colin Stetson - All This I Do For Glory (Kartel Music Group)
Personaggio tra i più originali apparsi sulle scene, il sassofonista dal Michigan, ormai stabilmente insediato in Canada e noto ai più per aver mostrato grande talento alla corte di artisti del calibro di David Byrne, Tom Waits, Arcade Fire e Bon Iver, prosegue il proprio percorso musicale con questo nuovo album registrato e prodotto in solitudine, utilizzando lo stupefacente mix di tecnica e tecnologia che da sempre caratterizza le sue esibizioni dal vivo. Stetson è chiaramente un virtuoso degli strumenti a fiato, con una padronanza della tecnica del respiro circolare che ha pochi eguali; in più, l'uso di microfoni e pick-up posizionati strategicamente sullo strumento e sul proprio corpo, gli permette di ottenere ritmiche e suoni che vanno ad arricchire struttura e arrangiamento delle composizioni. Il genere è difficilmente inquadrabile; non vi sono vere e proprie parti cantate ma la voce di Stetson è ripresa da un microfono a contatto collocato all'altezza della gola oltre a quello posto sulla bocca dello strumento. Le ritmiche sono ipnotiche, così come le parti di sax che si ripetono ossessivamente in un alternarsi dinamico molto affascinante; i brani si aprono in genere con una intro che crea il mood e sulla quale si innestano ritmi e colori creati progressivamente dal nostro. Un album certo non di facile ascolto ma che merita uno sforzo di attenzione, per rivelarsi decisamente coinvolgente e stimolante. Brani da ricordare: Like wolves on the fold, Spindrift e la lunga The lure of the mine. (8/10)
Personaggio tra i più originali apparsi sulle scene, il sassofonista dal Michigan, ormai stabilmente insediato in Canada e noto ai più per aver mostrato grande talento alla corte di artisti del calibro di David Byrne, Tom Waits, Arcade Fire e Bon Iver, prosegue il proprio percorso musicale con questo nuovo album registrato e prodotto in solitudine, utilizzando lo stupefacente mix di tecnica e tecnologia che da sempre caratterizza le sue esibizioni dal vivo. Stetson è chiaramente un virtuoso degli strumenti a fiato, con una padronanza della tecnica del respiro circolare che ha pochi eguali; in più, l'uso di microfoni e pick-up posizionati strategicamente sullo strumento e sul proprio corpo, gli permette di ottenere ritmiche e suoni che vanno ad arricchire struttura e arrangiamento delle composizioni. Il genere è difficilmente inquadrabile; non vi sono vere e proprie parti cantate ma la voce di Stetson è ripresa da un microfono a contatto collocato all'altezza della gola oltre a quello posto sulla bocca dello strumento. Le ritmiche sono ipnotiche, così come le parti di sax che si ripetono ossessivamente in un alternarsi dinamico molto affascinante; i brani si aprono in genere con una intro che crea il mood e sulla quale si innestano ritmi e colori creati progressivamente dal nostro. Un album certo non di facile ascolto ma che merita uno sforzo di attenzione, per rivelarsi decisamente coinvolgente e stimolante. Brani da ricordare: Like wolves on the fold, Spindrift e la lunga The lure of the mine. (8/10)